La tutela del risparmio, sulla quale è ripetutamente intervenuto il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, resta tema di grande attualità. Conquiste del lavoro lo rilancia con un articolo dal titolo “Risparmio tradito, più risarcimenti dall’Arbitro ma per la trasparenza serve il questionario unico Mifid”.
Sul quotidiano romano il giornalista Carlo D’Onofrio spiega che “nel 2020, anno dell’emergenza segnata dal Covid, il bilancio dell’attività dell’Acf registra una forte crescita dei ricorsi presentati dai risparmiatori e il quasi raddoppio delle somme risarcite. In totale, sono 1.772 i ricorsi pervenuti l’anno scorso all’Arbitro (+ 5,6% rispetto ai 1.678 del 2019). Se si prende a riferimento il 2017, primo anno di operatività dell’Arbitro, il numero complessivo sale a 7.113. Il maggior numero dei ricorsi arriva dal Sud (42,8%), in linea con quanto è avvenuto negli anni scorsi. Seguono il Centro (32,4%) e il Nord (24,8%)”.
Conquiste del Lavoro sottolinea come vada “crescendo anche il valore dei risarcimenti richiesti, sopra la soglia dei 100 milioni di euro. Ma quanto hanno portato a casa i risparmiatori al termine dei procedimenti che hanno passato il vaglio di Acf?”, si chiede il quotidiano.
“Anche in questo caso – illustra D’Onofrio – i numeri sono in deciso aumento: 28,5 milioni contro i 15,7 di un anno fa (+ 81,5%), un totale di 84,4 milioni dal 2017 con una media pro-capite pari a circa 40 mila euro. Da rilevare è anche l’incremento dei provvedimenti di estinzione (+ 9,4%), segnale che sempre più prende piede la risoluzione spontanea delle controversie, ancor prima che l’Acf si pronunci. Non cambiano invece i motivi che portano al conflitto risparmiatori e intermediari. Ai primi posti figurano sempre l’informativa messa a disposizione dei clienti all’atto dell’investimento e le situazioni di illiquidità di titoli diffusamente collocati negli anni scorsi tra investitori retail, che hanno reso di fatto impossibile per molti risparmiatori dismettere le partecipazioni detenute, oltretutto spesso caratterizzate da un notevole decremento di valore rispetto all’investimento iniziale”.
First Cisl da tempo rimarca la necessità di un rapporto trasparente fra banche e clienti. “Tra le soluzioni proposte dal sindacato – si legge su Conquiste del Lavoro – c’è l’introduzione di un unico questionario Mifid per certificare il profilo dei clienti cui viene proposto un investimento e il loro livello di educazione finanziaria. La sua redazione andrebbe affidata all’autorità di vigilanza anziché, come avviene oggi, ai singoli intermediari. Una proposta che, di recente, ha incassato il giudizio positivo del presidente di Acf Gianpaolo Barbuzzi, in tandem con quella sulla consulenza finanziaria indipendente, che sempre a giudizio di Barbuzzi potrebbe «tutelare maggiormente il risparmiatore, il cui atteggiamento è spesso rinunciatario, e attenuare la conflittualità».