Molte imprese puntano ancora sui risultati finanziari a breve termine preferendoli allo sviluppo e alla sostenibilità di un termine temporale più ampio. Questa la riflessione del “Green Deal” che ha portato la Commissione Europea ad aprire una consultazione pubblica sul governo societario sostenibile.
Dell’argomento si occupa Conquiste del lavoro, pubblicando un articolo del giornalista Carlo D’Onofrio dal titolo “La sostenibilità per le imprese passa attraverso la governance”. Ai lavori prende parte anche First Cisl Internazionale il cui commento viene rilanciato dal quotidiano romano. «Troppe aziende continuano ad operare nel mondo senza rispettare l’ambiente e i diritti individuali e collettivi dei lavoratori. La Commissione europea sembra finalmente pronta a prendere in considerazione una nuova legge per ritenere le imprese responsabili del loro impatto sulle persone e sul pianeta: ha infatti aperto una consultazione pubblica in vista di una possibile iniziativa legislativa in tema di governance aziendale sostenibile».
“Un recente studio elaborato da Ernst&Young per la Commissione Europea – scrive Carlo D’Onofrio – evidenzia una spiccata tendenza alla visione a breve termine nella strategia delle imprese dell’Ue. Tra le principali cause individuate figurano un’interpretazione limitativa dei doveri degli amministratori e dell’interesse della società, con la tendenza a favorire la massimizzazione del valore finanziario a breve termine, una pressione crescente da parte degli investitori e la mancanza di una prospettiva strategica sulla sostenibilità, fino a un’applicazione limitata del dovere degli amministratori di agire nell’interesse a lungo termine della società”.
L’attenzione di Bruxelles è rivolta, si legge su Conquiste del lavoro, “anche ai requisiti di dovuta diligenza per individuare, prevenire e attenuare gli effetti negativi dell’operato delle imprese (abusi dei diritti umani, compresi i diritti dei minori e le libertà fondamentali, gravi lesioni fisiche o rischi per la salute, danni ambientali, anche in relazione al clima). Sono state esaminate inoltre le pratiche di mercato e i quadri normativi esistenti, nonché le opzioni per regolamentare il dovere di diligenza nelle operazioni proprie delle imprese e attraverso la loro catena di approvvigionamento”.
First Cisl Internazionale sottolinea come la direttiva europea “dovrebbe comprendere l’introduzione di una legislazione obbligatoria in materia di diritti umani, diritti collettivi e impatto ambientale, insieme a proposte di altre riforme della governance aziendale con l’obiettivo di promuovere condizioni e iniziative sostenibili nel lungo periodo”.
Per First Cisl Internazionale uno dei primari obiettivi della consultazione che si terrà in Europa è l’introduzione di «una due diligence che renda le aziende responsabili di garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori alla libertà di associazione e alla contrattazione collettiva», “come da anni chiedono Uni Europa e la Confederazione de sindacati europei (Etuc)”. «Sono due diritti che sembrano scontati – conclude il sindacato – ma che scontati non sono, persino nella civilissima Europa; lo si rileva osservando il modo in cui alcune aziende si comportano in alcuni paesi. Il successo dell’iniziativa è importante per il riflesso che tale normativa potrebbe avere sui diritti dei lavoratori non solo europei, ma anche a livello globale».