Investimenti pubblici e risparmio privato. È questo il fondamentale mix di risorse per rilanciare il Paese. First Cisl torna sul tema della ripresa economica con le considerazioni del suo segretario generale, Riccardo Colombani, rilanciate da vari organi d’informazione. Ansa titola “Banche: Colombani, mobilitare risparmio verso economia reale. Recovery non basta, servono investimenti”. Sulla stessa linea Agi e Adnkronos che rispettivamente titolano: “Banche, First Cisl, Recovery non basta, serve risparmio privato” e “Banche: Colombani, Recovery non basta, puntiamo sul risparmio privato”. TgCom24 e Advfn riprendono una nota MF Dow Jones che ribadisce il punto di vista di First Cisl.
«La diseguaglianza è un fenomeno storico recentemente approfondito da un punto di vista teorico da economisti come Thomas Piketty, che ne ha individuato la causa primaria nel tasso di rendimento del capitale costantemente superiore al tasso di crescita dell’economia. Abbiamo bisogno di nuove risposte come avvenne negli Usa con il New Deal all’epoca della Grande Depressione». Ampio lo spazio che le testate citate danno all’affermazione di Riccardo Colombani, intervenuto all’evento “Idee per una finanza sostenibile”, organizzato dalla Fisac Cgil. Il leader dei bancari della Cisl ha proseguito facendo notare che «gli investimenti pubblici, che saranno trainati dalle risorse del Recovery Fund, rivestiranno un ruolo fondamentale, ma da soli non bastano ad aumentare in modo strutturale il tasso di crescita dell’economia italiana. Serve il contributo del risparmio privato».
Riccardo Colombani ha inoltre evidenziato che «sui conti correnti bancari e postali ci sono 1.100 miliardi che possono, almeno in parte, essere mobilitati in favore dell’economia reale, specie nella ricapitalizzazione delle Pmi. L’avversione al rischio dei risparmiatori deve essere superata dalla protezione degli investimenti con garanzie pubbliche per un tempo e un ammontare definiti. Le banche devono essere incentivate con la leva fiscale ad adottare il modello di consulenza su base indipendente, presupposto per incanalare il risparmio verso l’economia reale. In questo modo si amplia l’offerta di prodotti alla clientela e si assicura maggiore trasparenza. La consulenza su base indipendente – ha concluso Colombani – va esercitata dai lavoratori alle dipendenze delle banche, che devono essere messi in condizione di affrontare questa nuova sfida facendo valere il loro diritto alla formazione permanente».