Un allarme tra gli allarmi. Federcasse e le organizzazioni sindacali attive nel settore del credito cooperativo e casse rurali sono fortemente preoccupate “per gli impatti economici e sociali che si determineranno con le nuove regole bancarie europee, circa la nuova definizione di “default” in vigore dal 1° gennaio scorso e il calendario degli accantonamenti per i crediti deteriorati (cosiddetto “calendar provisioning”). È questo lo stralcio di una dichiarazione congiunta che rilancia il diffuso timore per i devastanti impatti che le norme potranno avere sull’economia del nostro Paese.
La rilevanza della tematica ha richiamato l’attenzione di numerose testate giornalistiche che ne hanno ripreso i contenuti. Il Sole 24Ore, la versione economica del Corriere della Sera e Borsa Italiana rilanciano una nota Radiocor Plus dal titolo “Banche: Federcasse-sindacati, preoccupazione per impatti nuove regole sul default”. Sulla stessa linea TgCom24 eAdvfn che rilanciano una nota MF Dow Jones titolando “Banche: Federcasse-sindacati, effetti irreversibili da nuove regole UE”. Opinione evidenzia nel suo titolo come “L’effetto combinato del nuovo default e del calendar provisioning rischia di ostacolare la ripresa”. Anche Kongnews ed Economia Sicilia insistono sul rischio fallimenti titolando rispettivamente “Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali: le Organizzazioni sindacali esprimono preoccupazione per le nuove regole europee in materia della cosiddetta definizione di default” e “Federcasse e sindacati preoccupati su impatto socio-economico nuove regole su default in vigore dal primo gennaio”.
Sulla necessità di un intervento titola L’Eco di Bergamo: “Federcasse e sindacati. Nuove regole sul default. Servono modifiche”. Il Giornale scrive di “Federcasse e sindacati contro nuove regole europee”. Per Il Tirreno le nuove regole su scoperti e crediti deteriorati preoccupano: “Cattivi pagatori, timori di Federcasse e sindacati”. Stessa impostazione per Il diario del lavoro “Banche: Federcasse e sindacati: rischi da nuove regole su default”, mentre nel suo titolo L’Indipendenza Nuova mette in relazione fallimento ed emergenza: “Le piccole banche: rischi da nuove regole su default, così si allunga la pandemia”.
Le varie testate giornalistiche riportano come Bcc, Casse Rurali e Casse Raiffeisen registrino “segnali di sofferenza sempre più acuta da parte di ampie fasce di popolazione e di settori produttivi che invece sono tradizionalmente resilienti in periodi di crisi di minore impatto globale e che per effetto delle modifiche normative ora intervenute a livello europeo, in un contesto generale già gravemente condizionato dalla emergenza pandemica, rischiano di diventare ‘cattivi pagatori’, contro la loro volontà e per effetto di eventi straordinari e imprevedibili”.
Nella loro congiunta dichiarazione Federcasse, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Sincra – Ugl credito rimarcano ancora come “gli impatti sociali dati dall’applicazione automatica di tali norme possono risultare irreversibili quanto irrimediabili, aggravando la durata e la profondità della crisi. È necessario e indispensabile procedere immediatamente a specifiche modifiche ed adattamenti di tali norme, che consentano all’industria bancaria tutta di offrire il massimo supporto all’economia reale in questa fase di grave emergenza sanitaria”.
“Il cambio d’epoca imposto dalla pandemia – conclude la nota – va trasformato in un’opportunità per realizzare anche un’Unione bancaria inclusiva, diversificata e sostenibile, con regole sul credito lungimiranti, proporzionali, adeguate, più prossime alle nuove esigenze dell’economia reale, delle famiglie e delle imprese. Mentre nasce l’Europa della salute e della sostenibilità ambientale, non può non nascere una coerente nuova Europa delle regole bancarie”.
Approfondendo su Conquiste del Lavoro gli effetti delle nuove regole entrate in vigore con il nuovo anno, First Cisl aveva sottolineato il problema nei giorni scorsi: «con il Recovery Fund l’Unione Europea ha fatto un passo decisivo verso la condivisione, rafforzando la sua dimensione politica – ha detto il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – È quindi importante che Eba e Bce non si muovano in senso inverso. Purtroppo le nuove regole sulla classificazione degli Npl, cosi come quelle del calendar provisioning, risentono ancora di un approccio tecnocratico che in questa fase, segnata dalla pandemia e da una fortissima recessione economica, rischia di penalizzare in modo pesante imprese e famiglie».
Regole giudicate dal sindacato, attraverso il suo segretario generale, «particolarmente penalizzanti per un’economia come quella italiana, contraddistinta da una forte presenza di piccole e piccolissime imprese. First Cisl ha segnalato a più ripresenegli ultimi anni i rischi connessi alla gestione dei crediti deteriorati, chiedendo che quest’ultima venga effettuata dalle banche in modo paziente ed evitando cosi fallimenti non necessari e drammi sociali».