Le normative e il nuovo ordinamento europeo stanno allineando le banche di credito cooperativo italiane alle grandi banche senza che la riforma, pensata e avviata nel 2016, abbia prodotto effetti confacenti.
L’obiettivo di rafforzare e uniformare un sistema frammentato in centinaia di piccole Bcc, a sostegno delle singole economie locali, si è rivelato in realtà una semplice suddivisione in due gruppi bancari cooperativi e un Institutional protection scheme (Ips) nella provincia autonoma di Bolzano; qualcosa di ancora molto distante dai propositi iniziali. Peraltro, neppure processi di consolidamento esasperato tra le piccole Bcc sarebbero funzionali all’intrinseco obiettivo di utilità sociale del modello bancario cooperativo.
In questi anni di trasformazione culturale e organizzativa, anche nei momenti più critici, First Cisl ha lavorato, e continuerà a farlo, per la tutela e lo sviluppo del credito cooperativo – quale sistema mutualistico e solidale, vicino alle persone, alle imprese e ai territori – per la difesa delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per gestire al meglio la necessaria revisione della riforma del credito cooperativo è indispensabile coinvolgere tutti gli stakeholder, dai soci, alle associazioni, alle istituzioni locali e, in particolare, è essenziale creare le condizioni affinché le lavoratrici e i lavoratori, dalle aree professionali ai dirigenti, possano esprimere e rappresentare con orgoglio la diversità del modello cooperativo, che non può e non deve omologarsi al resto del sistema bancario.
La politica nazionale deve mettere in atto tutto quello che è nella propria disponibilità, anche in termini di interlocuzione con le Istituzioni europee, per evitare il ridimensionamento del credito cooperativo o la già accennata omologazione. Ciò al fine di scongiurare l’elevato rischio di distruzione di quella capillare capacità produttiva rappresentata dalle numerosissime micro-imprese e dalla connessa occupazione, nonché il venir meno con essa della coesione sociale del Paese.
Le Parti sociali devono ridisegnare il sistema di relazioni sindacali per la valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, che rappresentano l’identità di quei valori propri del credito cooperativo e che hanno l’onere e l’onore di praticare giorno dopo giorno.
Non bisogna perdere ulteriore tempo. Il rilancio della contrattazione collettiva nazionale, compreso il contratto dei dirigenti scaduto da troppo tempo, deve rappresentare il nuovo inizio.
Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl